La proposta di legge 145 sulle “sperimentazioni gestionali” in sanità,
della Regione Marche, è uno dei primi atti avanzati per
l’accelerazione della privatizzazione della sanità pubblica. Un
percorso che non è iniziato oggi, che non è solo opera del PD a
livello regionale, ma che vede coinvolte istituzioni, sindacati,
partiti e associazionismo professionale in varia misura da almeno un
quarto di secolo a questa parte. Il modello pubblico, universale, e
gratuito della SSN è ormai scomparso da tempo nella chiusura dei
piccoli ospedali, nella contrazione delle assunzioni di personale, nel
super-ticket e nelle lunghe attese nei Pronto soccorso,
nell’Intramoenia e nelle lunghe liste di attesa per la diagnostica, e
… molto altro ancora. Purtroppo.
La Regione Lombardia, a guida leghista, ha fatto un passo avanti,
riformando la sanità locale e chiamando in causa un gestore “altro”
che possa prendere in carico un terzo della popolazione, quella
affetta da patologie croniche. Multinazionali con sede a Dubai già
hanno iniziato a candidarsi. Le Marche in questo si allineano ad una
politica nazionale e le varie levate di scudi in atto, in molti casi
assumono la valenza della strumentalità, specie da quelle forze
politiche che hanno sempre aperto la porta al mercato privato -.
Nei fatti una buona parte dei posti letto pubblici del passato è stata
trasformata in posti letto della sanità privata, letta in termini di
cronicità, seguita dalla residenzialità privata. Infine poi ci sono
quelle corporazioni che urlano da una parte a difesa del pubblico,
mentre aprono la porta al welfare aziendale in altre occasioni.
La Proposta di legge della Regione Marche è scellerata, ma qualsiasi
battaglia di opposizione che venga chiamata a raccolta deve avere tra
i punti di rivendicazione: 1) la garanzia del mantenimento e del
potenziamento dell’universalismo sanitario, dell’equità sociale e del
diritto all’accesso ai servizi senza dover rincorrere un posto letto
in giro per la regione, o pagare un esame arricchendo ulteriormente i
soliti baroni; 2) la tutela sindacale dei lavoratori, contro ogni
precarizzazione occupazionale o taglio salariale; 3) le garanzie
ambientali, dato che ogni volta che c’è il mercato e la voglia di
profitto, le scelte liberiste e private vanno sistematicamente in
direzione di uno sfruttamento e di una devastazione territoriale senza
rimedio; 4) se il rapporto pubblico-privato è inattaccabile (nulla è
per sempre), non si deve in alcun modo aprire alla voracità di mutue,
enti inutili, assicurazioni di vario tipo (il cosiddetto secondo
pilastro) che sarebbe devastante per l’universalismo della sanità
italiana.
Lungo la declinazione chiara e irrinunciabile dei punti elencati si
potrà dispiegare una campagna di lotta partecipata a difesa della
sanità pubblica, per non lasciare da soli lavoratori, malati,
famiglie, persone che hanno bisogni sociali e sanitari disattesi
sistematicamente dalle istituzioni.
Federazione Anarchica Italiana – Sez. “Bakunin” Jesi; Sez. “Ferrer” Chiaravalle
Alternativa Libertaria/FdCA sez. “Silvia Francolini” Fano/Pesaro
Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) di Ancona